Foto Amore che vieni amore che vai

Le donne, i cavallier, l’ arme, gli amori..” decantava il Furioso Orlando, narrando di estreme e tragiche passioni già cinque secoli or sono. E di passioni straordinarie si è nutrito anche il folto pubblico dell’ Auditorium S. Antonio stipato a meraviglia, sabato 11 febbraio scorso, grazie all’ ensemble di sette talentuosi musicisti eccezionalmente uniti nell’ originale progetto-omaggio a Faber:  “Amore che vieni, amore che vai-le donne e le altre storie”. E’ “l’ universo De Andrè”,  approdato  stavolta a Morbegno attraverso  la vivace personalità e la voce duttile di Cristina Donà, ottima cantautrice e musicista lombarda fresca di tre importanti riconoscimenti (Targa Tenco, Premio De André e premio Bindi alla carriera), qui deliziosa interprete dell’ “Amore con la A maiuscola- quello vero- che accoglie, non giudica, non condanna”, l’ amore con cui Fabrizio De Andrè ha dipinto nelle sue liriche le figure femminili, “libere di essere ciò che sono in un mondo che ancora fatica ad accogliere la loro natura, come fatica ad accogliere chi è diverso”. Le canzoni, si sa, veicolano sentimenti, emozioni, traghettano pensieri e sogni. Così, il brano “Amore che vieni, amore che vai” ha riaperto le porte al piano stratosferico di Rita Marcotulli, decretando l’ inizio di uno spettacolo intenso e coinvolgente, venato di ariose eppur nitide sfumature jazz. L’ inconfondibile sax di Javier Girotto, immensa icona del genere (come la Marcotulli, anche lui vecchia conoscenza del QM live festival) e la tromba superba di Fabrizio Bosso, perfetti nell’ intessere succulenti trame di note garbate e potenti, con il loro dialogare incessante hanno decretato solide basi su cui posare di seguito le struggenti “Ho visto Nina volare”, “Hotel Supramonte”, “Marinella” (riproposta in una lunga suite arpeggiata che è confluita nel girotondo di tutti gli strumenti in calibrata armonia). Ancora profili di madri, di femmine, di donne in “Ave Maria”( dolce e delicata interpretazione) , ”Bocca di rosa”, “Tre madri”, “Le passanti” e sul finale nella disillusa lirica “Verranno a chiederti del nostro amore” e nelle irriverenti “Franziska” e “Princesa”. Un mondo “rosa” dai toni ben più accesi, complessi e variegati di quanto non simboleggi il suo colore- emblema. Suoni e voce comunque svelati a dispensare bellezza, leggiadria e dignità umane laddove i vissuti mostrano, sovente, falle o privazioni. La sezione ritmica è stata appannaggio di Cristiano Calcagnile, visionario esploratore capace di coniugare con classe talento e improvvisazione, le chitarre elettrica e doppio-manico hanno illuminato l’ eclettico polistrumentista nonché compositore Saverio Lanza e al basso un prezioso Enzo Pietropaoli ha regalato brividi a pioggia, sfoggiando anche una versione solitaria di “Il pescatore”.  Un concerto-evento di elevato spessore dove pathos, estro, umiltà, capacità espressiva ed empatica dei sette brillanti artisti hanno accompagnato i fortunati presenti in un fantastico viaggio emozionale.

Francesca Giudice – Ufficio stampa QM